Il nome scientifico di questa pianta è Thymus vulgaris, ma è meglio conosciuta come “Pepolino”; appartiene alla famiglia delle Labiate.
Il timo deve la sua attività terapeutica ad un olio essenziale che contiene dei fenoli, principalmente timolo e carvacrolo; il primo ha proprietà antisettiche, antispasmodiche e vermifughe; il secondo è soprattutto antisettico, dimostratosi utile nella prevenzione della carie dentale: non a caso il timo, con salvia e malva, rientra nella composizione di molti dentifrici e colluttori.
Questa pianta viene usata molto in cucina, dove è sfruttato il suo aroma; in fitoterapia si utilizzano le sommità fiorite per le loro proprietà antisettiche, antispasmodiche, carminative, cicatrizzanti, toniche, aperitive, vermifughe, emmenagoghe.
Il timo si ritrova lungo il litorale marino, soprattutto quello tirrenico, fino a 1500 metri sul livello del mare. E un suffrutice (arbusto di altezza variabile da dieci a trenta centimetri). I suoi rami sono legnosi, tortuosi, provvisti di piccole foglie sessili (prive di picciolo); i fiori, che si presentano da maggio a ottobre, sono bianchi o rosa, raccolti in spighe disposte all’ascella delle foglie più grandi.