Da non confondere la camomilla romana, nome scientifico Anthemis nobilis con la Marticaria, infatti, al contrario della seconda, la romana è molto più comune alo stato spontaneo, mai più che altro coltivata a scopo terapeutico, Di questa pianta non si conosce l’origine, non essendo mai citata in antichi testi, si sa peraltro che nel 1550 venne segnalata in Inghilterra come pianta intestante
La sua essiccazione viene effettuata in effettuata in maniera adeguata, rapidamente all’ ombra e in un luogo ben aerato, questo par impedire che la pianta scurisca perdendo così le sue proprietà.
Ben conosciute sono le sue proprietà: sedative, antispasmodiche, sfiammanti,ma forse, questo è meno noto, la Camomilla romana risulta utile nel migliorare la digestione, facilita il flusso mestruale, aiuta la cicatrizzazione e, a forti dosi, può provocare vomito.
Al contrario della Matricaria, la romana è pianta perenne, con fusto all’inizio strisciante, poi eretto (detto “a-scendente”), di color verde tenue con sfumature biancastre; le foglie sono molto caratteristiche: ognuna è come composta da più foglie disposte da una parte e dall’altra della nervatura centrale; a loro volta ognuna di queste foglie è composta da altre foglioline più piccole, disposte anch’esse da una parte e dall’altra della nervatura centrale. Appartenendo alla famiglia delle Composite, la camomilla presenta dei fiori raccolti in capolini, e sono di color giallo, circondati da ligule bianche.
Come noto si utilizzano i fusti fioriti della pianta.