Il nome scientifico di questa pianta è Cichorium intybus ma è conosciutissima come “radicchio” o “mazzocchio”; appartiene alla famiglia delle Composite.
Già quattromila anni prima di Cristo, come ci è testimoniato da un antico papiro egizio, la cicoria era conosciuta ed utilizzata per vari scopi; in fitoterapia è uno dei rimedi più classici e privo di eventuali effetti collaterali. È molto usata in cucina, in diverse varietà, create nelle numerose coltivazioni orticole.
La cicoria è presente in tutta Italia, isole comprese, in campi incolti e terreni asciutti. E un’erba che può superare il mezzo metro d’altezza; il suo fusto è ramificato e peloso; le sue foglie sono di due diversi tipi: quelle inferiori molto incise, quelle superiori più piccole ed allungate; i fiori si presentano nel periodo estivo e sono di un bel colore celeste.
Le parti della pianta utilizzate in fitoterapia sono le foglie e la radice; le foglie in particolare vengono utilizzate anche in cucina, sia crude che cotte; nel primo caso vengono raccolte prima della fioritura, perché dopo non sono più commestibili.
Le sue proprietà sono toniche, depurative, lassative e diuretiche.