Esistono diverse varietà di crescione, alcune coltivate, ma qui noi parliamo del Nasturtium officinale, appartenente alla famiglia delle Crucifere.
Si dice che il termine “Nasturtium” derivi dal latino “nasus”, naso, “tortus”, torto, a significare l’odore non proprio piacevole e forte di questa pianta.
Il crescione è da sempre molto sfruttato in fitoterapia, per le sue qualità depurative, diuretiche, stimolanti. Essendo molto sensibile alla minima quantità di sostanze inquinanti, in alcune regioni è perfino utilizzato per controllare l’eventuale percentuale di inquinamento delle acque e dei terreni.
Allo stato spontaneo questa pianta predilige i terreni circostanti corsi d’acqua; infatti, il suo fusto, munito di numerose radici avventizie, si prostra nell’acqua; le sue foglie sono carnose, di color verde scuro; essendo ricche di vitamine, vengono usate anche in cure ricostituenti, dopo un lavaggio assai accurato perché possono essere nido di parassiti per l’uomo. I fiori sono presenti nel periodo estivo, riuniti in grappoli di color bianco. In fitoterapia si utilizzano le foglie ed i fusti.