Il nome scientifico di questo arbusto è Myrtus communis. ed appartiene alla famiglia delle Mirtacee; viene anche detto “mortella”. Questa pianta presso gli antichi Greri era sacra a Venere; divenne cori fl simbolo della poesia erotica, e della poesia in genere, tanto che con i suoi rami si intrecciavano ghirlande con cui cingere il capo dei poeti; naturalmente, in quanto sacra a Venere, era il simbolo dell’ amore, e con corone di mirto si cingevano le chiome delle spose in segno di amore felice e duraturo.In quegli antichi e felici tempi, si preparavano distillati con le sue bacche per ottenere lozioni di bellezza; oggi, in Corsica, i suoi frutti vengono utilizzati nella preparazione di un caratteristico liquore locale, il “myrtei”.
Questo cespuglio forma macchie estese lungo il nostro litorale mediterraneo. È un arbusto che raggiunge un’altezza di tre metri circa; in maggio- giugno giunge a fioritura; i fiori sono di color bianco e cedono poi il posto al frutto, una drupa nera.
Il mirto, oltre che di tannini, acidi, resine ed olio essenziale, è ricco di vitamina C. Con questa pianta si prepara uno sciroppo, utile a combattere i sintomi del raffreddore, malattia stagionale contro cui ancora non si è trovato nessun rimedio effettivamente valido ed efficace.