Il Capsicum annuum, alias il peperoncino, appartiene alla famiglia delle Solanacee, come la patata, il tabacco ed altre piante.
Fu scoperto dagli Europei in America centrale; era infatti la spezia più usata in Cile ed in Messico, dagli Indiani locali. Ma con la scoperta dell’America anche il peperoncino fu introdotto in Europa; dapprima in Spagna, poi si diffuse rapidamente fino in Asia ed Africa. Al genere Capsicum appartengono diverse varietà: alcune dai frutti piccoli e di gusto piccante, altre con frutti più grossi e di sapore meno forte, per arrivare ai classici peperoni carnosi e dolci, ottimi sia crudi che scottati alla brace.
Dalla varietà Frutescens si ottiene il cosiddetto “pepe di Caienna”, dopo essiccazione e triturazione dei frutti. Dalla varietà Fastigiatum si ottiene la paprica. I peperoni non hanno grandi proprietà nutritive, ma contengono vitamine (Vit. B1 – Vit. C – Vit. PP – Vit. A – Vit. B2), sali minerali, lecitina, capsicina; è quest’ultima la responsabile del loro gusto piccante. Già in tempi antichi si era scoperto che il peperoncino inibiva la fermentazione delle carni; non si conosceva ancora che cosa fosse il processo fermentativo né come esso avvenisse, ma ci si accorse che il cattivo odore che dopo un po’ si sviluppa dalla carne morta, si poteva inibire con il suo uso; si è dimostrato solo recentemente che questo frutto possiede una reale azione antifermentativa e, grazie ad essa, svolge un’ottima azione digestiva.
Ma come mai si utilizza una cosi grande quantità di peperoncino o di sue miscele nei Paesi a clima molto caldo? E ad una maggiore temperatura che si può avere una digestione più lenta e più difficile, e i cibi nello stomaco possono facilmente fermentare; il peperoncino agisce proprio come antiputrefattivo; ecco spiegato il suo uso così elevato nelle regioni calde, molto maggiore che in quelle a clima freddo.
L’uso che si deve fare di questo frutto è a crudo, ben tritato, semi inclusi. Oltre che a normalizzare i processi digestivi, il peperoncino serve a regolare la circolazione sanguigna; su basi statistiche, pare che funzioni come preventivo dell’infarto e senz’altro migliora la circolazione, tanto che ha riscosso notevole successo nel trattamento di emorroidi, varici, e viene considerato un buon antiarteriosclerotico; si è dimostrato utile anche in gastriti, coliti e ulcere gastriche; in questi casi si deve però usare in capsule gastroresistenti, che non si sciolgano nello stomaco, permettendo così il transito diretto nell’ intestino, dove avviene l’ assimilazione e l’entrata in circolo dei vari principi attivi. Ha ancora proprietà stimolanti, rubefacenti, toniche, antiemetiche.
Una caratteristica interessante del peperoncino, venuta alla luce in seguito a recenti studi, è che questo frutto contiene una glicoproteina presente anche nel tabacco che, come abbiamo già accennato, appartiene alla sua stessa famiglia; è proprio per questo motivo che alcuni consigliano un uso abbondante alle persone che vogliono disassuefarsi dal vizio del fumo: l’organismo viene così a ricevere la stessa sostanza, questa glicoproteina, e sente in minor misura il “bisogno” della sigaretta.
La pianta del peperoncino non cresce spontanea nel nostro Paese, ma solo in quelli a clima molto caldo; da noi viene dunque coltivata.
Il suo fusto è piuttosto angoloso, le foglie lucide a forma ovale, intere. I fiori, muniti di un breve peduncolo, sono pendenti, muniti di corolla bianca. Il frutto è carnoso, di varie forme e diversa grandezza a seconda delle varietà.
Utilizzi e benefici in erboristeria
Arteriosclerosi: ci troviamo di fronte ad una pianta utile molto ed a molte cose, che noi possiamo utilizzare in vari modi; ed è proprio “in varie salse”, che noi possiamo mettere il peperoncino, sfruttandone così le qualità benefiche (vedi voce). Se alcuni di voi non amassero l’aroma “un poco” piccante di questo frutto, consiglio l’acquisto di capsule a base di peperoncino.
Capelli che cadono: si facciano macerare trenta grammi di peperoncino rosso ben triturato in mezzo litro di alcol a 60° (gradazione alcolica che vi farà il farmacista) per dieci giorni in recipiente chiuso ed agitando ogni tanto; passato il periodo indicato, si filtri il tutto e si usi per frizionare ogni giorno il cuoio capelluto avendo cura di allargare a ciocche i capelli per non bagnarli con la soluzione alcolica.
Digestione : utilizzato a crudo, in qualsiasi piatto, svolge la sua azione digestiva; esistono, altrimenti, delle capsule gastroresistenti, per chi abbia problemi di gastrite o simili.
Emorroidi: l’assunzione regolare del peperoncino per via interna, regolarizza fl tono dei vasi sanguigni, ed è dunque consigliabile il suo uso, associato ad uno dei preparati sopra descritti.
Reumatismi: Arnica e Peperoncino: si lascino in cinquanta grammi di alcol a 70° (gradazione alcolica che vi preparerà il farmacista), venti grammi di peperoncino rosso e trenta grammi di fiori e radici di arnica per due giorni; si filtri e si massaggi la parte dolorante tre volte al giorno con il preparato così ottenuto
Sudorazione : si lascino macerare in trenta grammi di alcol a 60° venti grammi di peperoncino per tre giorni; si filtri e si frizioni il petto con 3 liquido cori ottenuto, ricoprendo poi con lana; è indicato soprattutto in tossi secche con interessamento bronchiale.
Vomito: si metta in un’ostia mezzo cucchiaio di polvere di peperoncino (circa mezzo grammo) e si deglutisca con la minor quantità possibile d’acqua. Assai utile nei casi di vomito da ubriachezza e come anticinetosico (contro il mal di mare, di macchina ecc.).